GLI ARISTOGATTI

Domenica 24 Maggio 2015 ore 16:30

Teatro Comunale di Formello (RM) “J.P.Velly”

Compagnia QUARTA PARETE (Lavori in corso…)

&

Accademia di Musica “B.Pasquini”

GLI ARISTOGATTI

(W.Disney)

A Parigi, in Francia, nel 1910, una gatta di nome Duchessa e i suoi tre cuccioli, Minou, Matisse e Bizet, vivono nella magione della cantante lirica in pensione Madame Adelaide Bonfamille, insieme al suo maggiordomo inglese Edgar.
Presto lei fa testamento affermando che desidera che la sua fortuna sia lasciata ai suoi gatti, che la terranno fino alla morte, da cui la sua fortuna andrà a Edgar. Edgar sente questo dalla sua camera attraverso un tubo, e non è disposto ad aspettare …

COMPAGNIA QUARTA PARETE (Lavori in corso…)

Regia COLANINNO CARMELA-FIORILLO FEDERICA
Voce Narrante DI MECO FRANCESCA
Maestro MASSIMILIANO PISANO
Accademia di Musica “B. Pasquini” di Formello (RM) diretta dal M° LUISELLA MURATORI
Spettacolo per Bambini con Lettura e Musica dal Vivo   
 
Il Pubblico gioioso e soddisfatto della visione della Performance piuttosto ‘Nuova’ per la Compagnia QUARTA PARETE (Lavori in corso…) con l’inserimento all’interno di uno Spettacolo per Bambini di Musica dal Vivo realizzata direttamente da un’Accademia formellese non è passato inosservato anzi, ha scosso fortissimo interesse e critica positiva per il Cast a partire dagli Allievi Giovanissimi della Scuola, al Maestro, alla Voce Narrante ed, infine, alla Regia che hanno saputo gestire l’Allestimento in forma smagliante e trasparente, senza sbavature o lungaggini d’ogni genere ma, mantenendo il Classico disneyano sicuramente intatto in tutta la sua fierezza nella Performance dove la Fantasia, l’Immaginazione, la Musica, l’Amore, l’Amicizia, la Bontà e la Dolcezza sono e saranno sempre i protagonisti per antonomasia di questa splendida Fiaba per piccini ma anche, per adulti.   
 
DI MECO FRANCESCA

IO

Sabato 16 Maggio 2015 ore 21:00

Teatro Comunale di Formello (RM) “J.P.Velly”

 IO

Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio.

IO cresce inumano e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere.
Il radiologo spossato avvolge un neonato con l’affetto della madre, un individualista piega lenzora a tutto spiano fino ad unirsi ad esse per lasciare tracce di seme sul tessuto del lavoro.
Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l’acqua che si fa doccia e dolce zampillare.
IO mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell’amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo l’idillio con il tessuto amato.
Si gioca all’oca, parte il dado di sottecchio, IO si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che si cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante esseri e parole, un visionario vede vulva nelle orecchie altrui.
E IO, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l’appetito non supportato dalla tavola imbandita.

Infine la catastrofe: IO si ridimensiona…

Como poco innanto tra clamori e vanto così l’idea dell’inventura porta la mente a vita duratura.

SCENA E STRUTTURA

Anche questo allestimento scenico si avvale dei quadri di scena o teli intesi come arte.
Le scene sono coinvolte completamente nell’azione drammaturgica, la struttura è di metallo sottile, sostiene i teli che, disposti in vari piani, risentono del movimento del corpo…
Tutto barcolla.

Il colore dei quadri si espande, il metallo si insinua nella stoffa, i cambiamenti di scena frequenti rinnovano in continuazione l’andatura cromatica. Il giallo, il rosso, il blu di vari tessuti e intensità rispondono in modo diverso alla luce che ne esalta inoltre le diversità della trama.

I verdi in velo, i bianchi di seta, rete o traforati, compatti o trasparenti coprono il corpo rivelandone i contorni; i quadri mutanti hanno vita breve e vengono abbandonati in terra formando macchie colorate sparse in un mondo buio.
La simmetria non esiste, le forme giocano in verticale, i personaggi siano essi solitari o raggruppati, risultano sempre simpatici e vittime di un’agglomerazione.

di Flavia Mastrella-Antonio Rezza  

Con Antonio Rezza

Quadri di Scena Flavia Mastrella
(Mai) Scritto da Antonio Rezza
Assistente alla Creazione Massimo Camilli
Disegno Luci Maria Pastore
Consulente Tecnico Mattia Vigo

Il Pubblico è rimasto sbalordito dalla poliedricità del Performer che, con uno scatto da ‘podista’ si è misurato con e attraverso l’arte attoriale sua propria, rapportandoSi con gli Spettatori hic et nunc e divulgando risate, riflessioni, non-sense, contraddizioni tipiche dell’Uomo Contemporaneo. Inoltre, REZZA è stato Eclettico senza mezzi termini e variegato ma, nello stesso tempo, morbido e ispido come le sue stesse stoffe, partners ufficiali del suo Spettacolo, dalle mille ed infinite tinte che solo l’immaginario umano e mentale possano possedere in quel Gran Bazàar che è la vita di ogni Essere Vivente, quel Circo a cui Tutti debbono ‘far i conti’ per migliorarsi, per cadere, per rialzarsi, per perdersi, per ritrovarsi e per camminare nel ‘mistero’ dell’esistenza fragile e tenace come un numero di un’acrobata da trapezio sempre lì, a star in equilibrio con sè e con l’Universo.  
 
DI MECO FRANCESCA 

M-ILVA

Domenica 10 Maggio 2015 ore 18:00

Teatro Comunale di Formello (RM) “J.P.Velly”

Compagnia QUARTA PARETE (Lavori in corso…)

COLANINNO CARMELA-FIORILLO FEDERICA

presentano

M-ILVA

La questione ILVA è stata da sempre al centro di polemiche, dibattiti, discussioni politiche, civili e sociali.
Partendo dall’osservazione di questo scenario fumoso, ferroso e quasi ultraterreno, Colaninno/Fiorillo iniziano, circa quattro anni fa, a manifestare la volontà di creare un percorso di studio e ricerca teatrale sulla questione coinvolgendo chi, inevitabilmente, direttamente o indirettamente, vive in questa realtà.
Lo spettacolo altro non è se non un cammino, non compiuto, all’interno di questa realtà.
Si decide così di tralasciare gli aspetti istituzionali, ufficiali, giornalistici e propagandistici per entrare in punta di piedi in quelle case dal colore arrossate delle polveri sottili, in quelle cucine dove le mogli degli operai preparano i pranzi da portare a lavoro, in quelle bacinelle in cui mogli premurose immergono le grosse tute da lavoro ingrassate e segretamente avvelenate, in quei luoghi dove l’idea di giusto e sbagliato fonde i concetti e li confonde, dove la tenerezza si trasforma in bestemmia, dove si condivide vino e cibi grassi, dove alla richiesta: “mi parli dell’Ilva?” ecco che le parole, come una fiumana, spesso sconnesse e illogiche, travolgono quel registratore posato su un tavolo, quasi che, quello strumento, fosse un riscatto.
Chi è interrogato sente quanto importante sia il suo pensiero perché quella è la SUA realtà, è una verità che solo lui/lei può donare al mondo, e quel parlare allora diventa un delirio di onnipotenza, un estenuante ricerca di tutte quelle cose sentite e tramandate e vissute che è giunto il momento di gettare nel calderone della confessione. Ed ecco che le storie riemergono dilatate e mescolate a rumori che ricordano ataviche pulsioni che il tempo e la storia non hanno tralasciato di tramandare.
Carmela e Federica hanno sciolto, analizzato e riannodato tutto quel concitato parlare, e le tante storie diventano una sola storia, quella di M-Ilva, recitata, cantata, urlata, sussurrata, lavata, cucinata… .

Il Pubblico è uscito da Teatro Entusiasta e sicuramente capace di riflettere sulla problematica con una marcia in più per la quale l’ILVA Ci ha costretti a dover pensare alla gravità che possiede.

L’interprete COLANINNO è stata capace di Essere Madre e Fabbrica rassegnata di fronte ad una Terra senza Speranza e piena di ‘polveri’ mentali oltre che nocive per il popolo pugliese-tarantino, di Essere Donna e Moglie ironica, semplice ma ricca di amore incondizionato per quell’Operaio rientrante a casa propria la sera che non sa più cosa vuol dire piangere o perdere la sua identità di Essere Umano di fronte alla sua Famiglia, di Essere Resurrezione e Redenzione di uno Status vivendi spento che da un po’ di tempo a questa parte trascina come un’onda l’italiano medio verso una rivitalizzazione del suo vivere mesto mantenendo la vitalità e la resistenza che gli è propria concedendosi o l’espatrio fisico, mentale, pratico, spirituale, terreno o il restare e l’accettare la vita così come gli si presenta cercando nel miglior dei modi di adattarsi ai tempi che scorrono per seguir la via determinata da se stesso e compiacendosene quasi stesse regalandosi un dono improvviso ma sorprendente.     

M-ilva: recensito su Media e Sipario  

M-Ilva, il caffè teatrale e melanconico di Carmela Colaninno

In scena al Teatro comunale J.P. Velly di Formello, Carmela Colaninno è sola, rappresenta una bella e solare donna tarantina, innamorata della propria famiglia e del proprio microcosmo, fatto di solida semplicità casalinga, dove tutto ruota attorno alla sua figura di madre-moglie-cuoca-donna (di casa)….

Ci racconta del suo matrimonio, fatto in grande stile, “per non farsi parlare dietro”, dei tanti debiti accumulati per questo, ma anche della fortuna di avere il marito che è passato dai lavori della campagna all’Ilva….

E’ la vita, la sua, di una delle tante donne italiane ….

La vita di oggi si intreccia con il ricordo di ieri, di quando “il vento che soffiava trasportava l’odore del mare e non la polvere rossa”….

Federica Fiorillo e Carmela Colaninno (autrici e registe) hanno il merito di essere riuscite a consegnare al teatro sociale una “piacevole” e originale interpretazione del dramma Ilva, mettendone a nudo le stridenti contraddizioni, facendo riflettere sull’assurda dicotomia: prospettiva di guadagno e relativo benessere, da una parte, e rischio salute propria e dei propri cari, dall’altra….

“M-Ilva” diverte e fa pensare, pone tra le righe interrogativi che non hanno ancora trovato risposta dai luoghi deputati a darne….

Luciano Lattanzi – media & sipario

Per leggere l’articolo completo vai: M-Ilva, il caffè teatrale e melanconico di Carmela Colaninno

Scritto e diretto da Carmela Colaninno e Federica Fiorillo

Con CARMELA COLANINNO 
Cameo Ruolo Morte FRANCESCA DI MECO
Regia CARMELA COLANINNO-FEDERICA FIORILLO
 
DI MECO FRANCESCA

NOT HERE NOT NOW.

12 aprile 2015 ore 18:00

Teatro Comunale “J.P.Velly” Formello (RM) 

NOT HERE NOT NOW

“Theatre is very simple: in theatre a knife is fake and the blood is ketchup. In performance art a knife is a knife and ketchup is blood.”

Il resoconto di un’Esperienza attiva con Marina Abramovic, sotto forma di Dramoletto polifonico. Un Assolo da Stand-Up Comedian per Spettatori fatalmente passivi e programmaticamente maltrattati con pupazzi, parrucche, martelli di gomma e nasi finti. E ketchup, naturalmente. Un padiglione di Arte Contemporanea. Un’Installazione interattiva. Un Percorso fisico e mentale.

L’incontro\scontro di ANDREA COSENTINO con il ‘Metodo Marina Abramovic’. Con una Performance realizzata nel 2012 al PAC di Milano, l’Artista Serba, dopo quarant’anni di ‘Sfide’ estreme, Si è interrogata sulla Percezione del Pubblico, sulla Visione e la Partecipazione, e ha offerto l’Acquisizione di un’Esperienza. Con un biglietto da 15 euro, l’ATTORE ABRUZZESE ha partecipato, ritirato un attestato e ricevuto gli stimoli per il Nuovo Lavoro, (…) COSENTINO Si confronta senza timore con la ‘Regina’ della Body-Art, non tanto per attaccare un’Icona, quanto per indagare il Rapporto tra Arte e Vita, avviare una Riflessione sulla Realtà e la Finzione e interrogarSi sulla Creazione di un’Opera d’Arte, o Presunta Tale. E Lo fa con i mezzi e i modi che utilizza e che conosciamo, tra momenti meta-teatrali, digressioni e interruzioni, bambole e parrucche, oralità e travestimento.

(Rossella PorchedduIl Tamburo di Kattrin)

ANDREA COSENTINO Dissacrante, ironico, irriverente, tutto questo e molto altro è ANDREA COSENTINO, affermato Attore, Autore e Regista di quella che il Critico Nico Garrone aveva definito la ‘Non-Scuola Romana’. Un Teatro che indaga i meccanismi della Narrazione per Smontarla, Scomporla, LasciandoCi solo i ‘cocci’ da raccogliere, Racconti Frammentati, Eclettici, sapientemente permeati da stili e linguaggi differenti.

Il Pubblico formellese ha saggiamente accolto ANDREA con riverenza e con gioia: il Performer, si è messo subito in azione, dipingendoCi una Marina Abramovic ‘guru’, capace di creare illusioni, alchimie, utopie e misticismo per ed in ogni essere umano.

COSENTINO ha decisamente assassinato il Mito, la Leggenda Abramovic, sezionandoLa attraverso dei VideoClip che, storpiavano il Suo cognome, rivelando una ‘semiotica’ del termine alquanto strana e melmosa, resistente al ‘materialismo’ che viviamo attualmente e facendoCi divorare dal ‘relativismo temporale’ che ci circonda ma, facendoci ingoiare ferocemente dalla precarietà e dalla plasticità della vita stessa così come Ci Si presenta ai Nostri Occhi, perdendo ogni tipo di senso e di sesso.

In Lui Si crea l’Artista attraverso la Sua Metamorfosi in Sua Madre che poi diventerà Suo Nonno e che poi diverrà Marina Abramovic e poi COSENTINO. Come un perfetto ‘orologio daliniano’ che perde tutta la sua dinamicità grottesca, temporale e mnemonica, ANDREA Si dilata e Si plasma nello Spazio scenico e nel Tempo diventando ora il cucchiaio della Sua Mamma mentre, lo imboccava da ragazzino fino alla tarda età di tredici anni, per farlo sentire più al sicuro, protetto, intelligente, forte, ma, remissivo, timido e con un demone creativo interiore che non ha età e nè freno; ora, pian piano, questo ‘mostro’ Si trasforma in Suo Nonno che si ruppe una gamba durante la Grande Guerra e che la Madre di Andrea per ‘farlo stare sveglio’: ‘lo imboccava alla gamba’; ed infine, si ha Marina, la ‘Sovrana’ della Performance Art e, poi, ANDREA COSENTINO che realizza tutto questo con rapidità e con sapidità giusti.  

Da Perfetto ‘Surrealista’, l’ATTORE ABRUZZESE con l’utilizzo del ketchup disegna su un lenzuolo bianco la parola BUA come se fosse stato ucciso in quell’istante dalla finzione scenica, dalle ‘finterie performative e del quotidiano’, subendo ed attuando il suicidio di se stesso, massacrandosi con parrucche e, così facendo, traveste l’hic et nunc del Teatro appartenente soprattutto alla Vita stessa, trasformandola, con il suo corpo nudo, con un paio di boxer neri indosso, con una cuffia da tiratore del poligono, con una pistola giocattolo e un naso finto nel lì ed allora tipici dell’Uomo di oggi, dell’Attore di oggi, del Panorama teatrale di oggi che sono distratti, amareggiati, disillusi, tristi, stanchi, annoiati, superficiali ed inclini all’indifferenza verso il mondo e verso se stessi dove, si fa Teatro e dove, si Vive senza obiettivi precisi e puntuali ma, Si agisce in maniera sciatta e disordinata e, l’unico ordine che esiste è quello proprio del Caos interiore che, si mescola a Quello esteriore, realizzando un yin ed uno yang complesso e vorticoso senza ‘entrata’ e senza ‘uscita’, senza nadir e senza zenit.

Il Teatro quando si fa bene, si fa tenendo in equilibrio se stessi e stando in continuo movimento per non sbilanciarsi, rimanendo con il proprio ego sempre in para-caduta, sempre in totale apertura.  

Di e con ANDREA COSENTINO

 

DI MECO FRANCESCA

LO SCHIACCIANOCI.

DOMENICA 29 MARZO ORE 16:30 

LO SCHIACCIANOCI

La storia si svolge più o meno alla fine dell’ 800. È la Vigilia di Natale e Clara, festeggia l’evento assieme alla sua famiglia. Suo padre dà una grande festa a cui invita anche “zio” Drosselmeyer, un simpatico fabbricante di giocattoli. Durante la festa, Clara riceve uno schiaccianoci di legno portato proprio dallo zio ma il fratellino geloso lo rompe …

COMPAGNIA QUARTA PARETE (Lavori in corso …)

MUSICHE ORIGINALI DI FRANCESCO LEINERI
REGIA COLANINNO CARMELA – FIORILLO FEDERICA

Lo schiaccianoci (in russo Щелкунчик, Ščelkunčik) è un balletto con musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij (op. 71), il quale seguì minuziosamente le indicazioni del coreografo Marius Petipa e, in seguito, quelle del suo successore Lev Ivanov.

Il balletto fu commissionato dal capo dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij.

La storia deriva dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1816).

 

Storia del balletto

Pëtr Il’ič Čajkovskij compose le musiche del balletto tra il 1891 e il 1892. La prima rappresentazione, ebbe luogo il 18 dicembre 1892 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Russia. Fu diretta interamente dal compositore italiano Riccardo Drigo e coreografata dal ballerino russo Lev Ivanov: questa esecuzione tuttavia non riscosse successo.

Tra gli interpreti di questa prima esecuzione spiccano l’italiana Antonietta Dell’Era, nel ruolo della Fata Confetto, il russo Pavel Gerdt, Olga Preobrajenska e il giovane Nicolaj Legat. Il ruolo di Clara era interpretato da una bambina della scuola di ballo del Teatro Mariinskij.

La Suite, estremamente popolare in sede concertistica, fu realizzata nell’agosto 1892 dal musicista stesso, che a differenza degli altri due propri balletti, per i quali non era convinto a creare una Suite, lo fece su invito come “anteprima” della prossima realizzazione, addirittura quando non era stata ancora iniziata l’orchestrazione integrale del balletto (i primi numeri furono proprio quelli della Suite). La diresse personalmente a San Pietroburgo il 7 marzo 1892, con un esito trionfale. La Suite dura una ventina di minuti, utilizzando lo stesso organico dell’opera ballettistica.

Una novità in quest’opera è la presenza di uno strumento che fu visto dal compositore a Parigi: la celesta. Čajkovskij lo volle assolutamente inserire nell’organico strumentale e lo aggiunse in alcuni passaggi del Secondo Atto: Scene iniziali, Passo a due (Danza della Fata Confetto) e Apoteosi con Associazione al Personaggio della Fata. Lo strumento venne usato da Čajkovskij anche nel proprio poema sinfonico Voevoda, (op. 78), contemporaneo al balletto. Prima di lui, in assoluto, Charles-Marie Widor nel 1880. Il nostro musicista temeva che i suoi “rivali” russi potessero precederlo nell’utilizzo dello strumento.

Alcune versioni diverse

Dopo la prima esecuzione di Ivanov vanno ricordate quelle riviste da Gorskij nel 1917 e da Lopukhov nel 1929.

Nel 1934 al Mariinsky (Kirov) Ballet and Opera theatre fu inscenata l’edizione di Vasilij Vajnonen (il ruolo di Clara coincideva con quello della Fata Confetto) e nel giugno dello stesso anno ci fu il debutto europeo del balletto, al Sadler’s Wells di Londra, riprendendo la coreografia di Ivanov.

In Italia arrivò solamente quattro anni dopo, nel 1938, alla Scala di Milano, con la coreografia di Margherita Froman.

Gli anni successivi videro numerose versioni differenti del balletto, tra le quali quelle di Boris Romanov, Frederick Ashton e quelle di Nicholas Beriozoff. La rivisitazione più particolare fu quella di George Balanchine che nel 1954 decise di dividere il balletto in due parti, seguendo la trama originale: la realtà e il sogno. Questa versione fu poi rappresentata dal New York City Ballet. LO SCHIACCIANOCI è anche uno dei soggetti più rappresentati nelle scuole di ballo; una versione ad esempio è quella creata per la Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano da Frederic Olivieri, rappresentata al Piccolo Teatro di Milano nel 2011 e nel 2012, un’altra invece per la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma da Pablo Moret ed Ofelia Gonzalez rappresentata al Teatro Nazionale nel 2012 e nel 2013.

Lo schiaccianoci moderno

LO SCHIACCIANOCI è stato ripreso più volte dal cinema, dal teatro e dallo sport.

Un esempio cinematografico è il film Fantasia di Walt Disney, in cui fate, funghi, pesci, fiori, cardi e orchidee danzano al ritmo dello Schiaccianoci: la partitura musicale di Čajkovskij è stata riproposta fedelmente. Il balletto originale dura solamente novanta minuti, quindi è più breve rispetto al Lago dei cigni o a La bella addormentata.

In queste rappresentazioni i compositori omettono brani, li riordinano o addirittura aggiungono brani tratti da altre opere.
Nel 1983 infatti, ne Lo schiaccianoci: fantasia su ghiaccio, un adattamento televisivo per uno spettacolo di pattinaggio su ghiaccio, le musiche originali sono state riordinate secondo un’altra scaletta e sono state aggiunte poi musiche di un altro compositore russo, Mikhail Ippolitov-Ivanov.

L’attuale popolarità de LO SCHIACCIANOCI è in parte dovuta a Willam Christensen, fondatore della compagnia San Francisco Ballet, che importò il lavoro negli Stati Uniti nel 1944. Il successo del balletto e la coreografia di George Balanchine per la sua prima rappresentazione nel 1954 creò una vera e propria tradizione invernale nelle rappresentazioni dell’opera negli Stati Uniti.

Al 2001 risale il film d’animazione Barbie e lo schiaccianoci (tit. orig. Barbie in the Nutcracker), che ripropone la storia e le musiche del balletto.

Un film ungherese-britannico in lingua inglese del 2010, è stato firmato dal regista russo Andrej Sergeevič Michalkov-Končalovskij, intitolato Lo Schiaccianoci in 3D (tit. orig. The Nutcracker in 3D). Si tratta di un “fantasy” che utilizza sia la musica del balletto, sia altre composizioni di Čajkovskij (come la Quinta Sinfonia), per gli arrangiamenti di Eduard Artemiev e Tim Rice (canzoni). Il film ha ricevuto grandi critiche negative all’estero ed addirittura un Premio per Peggior uso del 3D nella 31ma edizione 2010 del Razzie Awards 2010, svoltasi il 26 febbraio 2011, che ad Hollywood premia i peggiori film dell’anno. In Italia è uscito il 2 dicembre 2011.

La musica

Struttura del balletto

Atto I

Scena prima

  • L’ornamento, la decorazione e l’illuminazione dell’Albero di Natale
  • La marcia
  • Il Galop dei bambini – Arrivo degli ospiti
  • Arrivo di Drosselmeyer – Danza delle Bambole Meccaniche – Consegna dello Schiaccianoci a Clara
  • Lo Schiaccianoci – Danza del nonno
  • La partenza degli ospiti – La Notte
  • La Battaglia

 

Scena seconda

  • Una foresta di abeti in inverno
  • Valzer dei fiocchi di neve

 

La “Danza dei fiocchi di neve”

Atto II

Scena prima

  • Il Castello Magico sulla Montagna dei Dolciumi
  • Arrivo di Clara e dello Schiaccianoci
  •  Divertissement:
    • La Cioccolata – Danza spagnola
    • Il Caffè – Danza araba
    • Il Tè – Danza cinese
    • Trepak – Danza russa
    • Danza dei flauti
    • Mamma Cicogna e i pulcinella
  • Valzer dei fiori

Scena seconda

  • Pas de deux:
    • Il Principe e la Fata Confetto – Entrata
    • Il Principe e la Fata Confetto – Variazione 1: Tarantella
    • Il Principe e la Fata Confetto – Variazione 2: Danza della Fata Confetto
    • Il Principe e la Fata Confetto – Coda
  • Valzer finale e Apoteosi

Movimenti della Suite (op.71a)

  • Ouverture
  • Danze caratteristiche
    • Marcia
    • Danza della Fata Confetto
    • Danza russa – Trepak
    • Danza araba
    • Danza cinese
    • Danza dei mirliton (zufoli)
  •  Valzer dei fiori

Il balletto è una tra le più popolari composizioni della tradizione russa. Le musiche appartengono infatti alla tradizione romantica e contengono alcuni tra i più memorabili brani d’essa: molte sono le melodie utilizzate dalla televisione e dai film.

Il Trepak, o Danza russa, è una delle parti più riconoscibili del balletto, insieme al famoso Valzer dei fiori, come pure la Danza della Fata Confetto.
Il balletto contiene in modo sorprendente armonie e colori orchestrali del tutto moderni, nonché una strabiliante ricchezza di melodie: ciò nonostante, l’ammirazione del compositore per il Rococò e la musica del XVIII secolo si possono notare in vari passaggi, come l’Ouverture, l’Entrée des parents e il Tempo di Grossvater, tutti nel Primo Atto.

La riduzione per pianoforte della partitura venne compiuta da Sergej Ivanovič Taneev, allievo di Čajkovskij e suo stretto amico. Taneev era oltre che una autentica personalità musicale in Russia, un grandissimo pianista, che poteva rivaleggiare con i maggiori contemporanei. La sua riduzione era talmente difficile che Čajkovskij ne approntò una ulteriore più abbordabile.

Il soggetto

Il libretto è tratto da un racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann ma non nella sua forma originale, troppo cruenta.

Il racconto ripreso dal libretto dunque si basa su una revisione di Alexandre Dumas, di tono più leggero. Qui verrà analizzata la versione originale del balletto, quella di Marius Petipa.

 

Atto I

Durante la vigilia di Natale, agli inizi del XIX secolo, il signor Stahlbaum, in Germania, indice una festa per i suoi amici e per i loro piccoli figli.

Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva il Signor Drosselmeyer, un amico di famiglia, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di prestigio, nonostante all’inizio incuta paura ai bambini.

Alla sua prediletta, Clara, regala uno Schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello della bambina, rompe per dispetto.

Arrivano così alla festa anche i parenti, che si uniscono alla festa danzando. Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si ritirano, si addormenta sul letto e inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala, l’albero di Natale, i giocattoli … e soprattutto una miriade di topi che cercano di rubarle lo Schiaccianoci.

Clara tenta di cacciarli, quando lo Schiaccianoci si anima e partecipa alla battaglia con i soldatini di Fritz: alla fine, rimangono lui e il Re Topo, che lo mette in difficoltà. Clara, per salvare il suo Schiaccianoci, prende la sua ciabatta e la lancia addosso al Re Topo, distraendolo; lo Schiaccianoci lo colpisce uccidendolo. Ed ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un Principe, e Clara lo segue, entrando in una foresta innevata. L’Atto si chiude con uno splendido Valzer dei fiocchi di neve.

Atto II

 

Valzer dei fiori

I due giovani entrano nel Regno dei Dolci, dove al Palazzo li riceve la Fata Confetto, che si fa raccontare dallo Schiaccianoci tutte le sue avventure, e di come ha vinto la battaglia col Re Topo. Subito dopo, tutto il Palazzo si esibisce in una serie di danze che compongono il Divertissement più famoso e conosciuto delle musiche di Čajkovskij e che rendono famoso il balletto, culminando nel conosciutissimo Valzer dei fiori.

Dopo, il Principe e la Fata Confetto si esibiscono in un Pas de deux, dove nella Variazione II si può riconoscere in maniera eclatante il suono della celesta. Il balletto si conclude con un ultimo Valzer, e il sogno finisce: una volta risvegliata, mentre si fa giorno, Clara ripensa al proprio magico sogno abbracciando il suo Schiaccianoci.

Il Pubblico formellese è rimasto sicuramente, entusiasta ed avvolto dalla magia e dal “CUORE” grandissimo che hanno avuto i Giovanissimi interpreti e, per la prima volta su un palcoscenico, recitando e danzando con tantissima grazia e disinvoltura LO SCHIACCIANOCI, regalando agli Spettatori di ogni età e di ogni ceto sociale emozioni autentiche ed incantevoli. STEFANO TURIZZIANI Li ha stupiti interpretando uno Schiaccianoci felice, magico, poetico, vivo, puro, buono, giovane, generoso ed intraprendente ma, delicato e dolce; VANESSA BONAFEDE è stata una innocentissima e graziosissima Clara, una danzatrice che esprimeva tutta la vitalità ed il candore di un cigno romantico e sognatore; la BALLERINA che interpretava Fritz, Re Topo e la Fata Confetto è stata come l’arrivo della Primavera, sprigionava mille colori: un Fratello dispettoso come il mese di marzo, un Re dalla personalità “grigia” come una cornacchia guardinga ed una Fata che profumava di zucchero, morbida come la neve, e vellutata come una rosa baccarà. I BIMBI infine, hanno talmente riscosso tantissima commozione a tal punto, da far avvicinare in Teatro anche dei semplici “Lupetti” scout ai quali, il TEATRO, la DANZA, Li ha ricaricati di bontà, di unione, di amore e di semplicità come già siamo abituati vederLi adoperarSi nelle Loro pratiche religiose e di rituale cristiane come anche i genitori stessi dei Piccoli Artisti sono rimaste colpite dalla bravura dei loro piccoli, da rimanerne entusiasmate. “ZIO” DROSSELMEYER (alias “ZIO” PETE) ha entusiasmato nella piecè e nell’Intervallo con i Suoi numeri, la Sua mimica, la Sua attorialità e la Sua simpatia da divenire un Personaggio buffo e spiritoso ma, molto ironico, saggio e coinvolgente anche il Pubblico presente in Teatro con battute dalle tirate genuine e divertenti, da vero intrattenitore e da “mago” della Scena.    

In Teatro delle volte, basta poco per fare impressione ma, la caratteristica più importante e che lo si faccia con amore e con tenerezza, con il fine ultimo di raggiungere i propri traguardi: L’EMOZIONARE IL PUBBLICO E L’EMOZIONARSI DI SE STESSI RAGGIUNGENDO L’ESTASI ED ANDANDO OLTRE PER POI RITORNARE E RITROVARE DENTRO SE STESSI.

DI MECO FRANCESCA

I EDIZIONE CONFRONTI CREATIVI DANZA 2015.

 

Domenica 22 marzo 2015 ore 16.00

L’Associazione Culturale Teatrale QUARTA PARETE (Lavori in corso…) e il Teatro Comunale “J.P. Velly” di Formello in collaborazione con il Comune di Formello presenta

I Edizione Confronti Creativi 2015
Festival Teatro Danza

Direzione artistica
Carmela Colaninno e Federica Fiorillo
Progetto fotografico
Annalisa Teti

LEZIONI APERTE

Lunedì 16 Marzo 2015

KreaDanza Studio
ore 17.00 – 20.00
Maestra Maddalena Scardi

Mercoledì 18 Marzo 2015

Lab. Teatro Danza J.P. Velly
ore 16.00 – 17.00
Maestro Stefano Turizziani

Centro Dimensione Danza
ore 18.30 – 21.00
Maestro Federico Vitrano

Giovedì 19 Marzo 2015

Centro Dimensione Danza
ore 18.00 – 21.00
Maestro Federico Vitrano

 

 

 

UNA FUSIONE DI STILI IN

CONTINUA EVOLUZIONE

PER LA PADRONANZA DEL

“CORPO” COME MEZZO ESPRESSIVO,

PER IL PIACERE DI VIVERE IN ARMONIA

LA PROPRIA CREATIVITA’.

Queste potrebbero essere anzi sono, le parole migliori per definire La KDS (Krea Danza Studio Dance Factory – Associazione Sportiva Dilettantistica – Vicolo del Casale di San Nicola, 107/B – 00123 Roma (Braccianese – La Storta) Tel.: 06 97601458 – 392 9795288 – www.kreadanza.com ) di MADDALENA SCARDI, diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e alla Folkwang Hochschule in Germania, danzatrice in importanti compagnie, tra cui il Wuppertal Tanztheater di PINA BAUSCH, fondatrice e coreografa della Compagnia Travirovesce, e ANTONELLO RINALDI, scrittore, autore di teatro, sceneggiatore di cinema e televisione, collaboratore tra gli altri di RODOLFO SONEGO, si sono incontrati sulla scena di uno spettacolo teatrale. Da allora hanno collaborato in molte creazioni di danza e teatro. L’arrivo della figlia Miranda ha dato loro lo spunto per la realizzazione di un luogo verde di creatività: KreaDanza Studio. Nonostante momenti molto duri e faticosi, oggi, dopo otto anni di attività, vivono ogni giorno momenti di sincera commozione e autentica soddisfazione osservando la piccola comunità cresciuta intorno a KreaDanza Studio. Attraverso la danza e il teatro si è sviluppata una grande gioia di condivisione di storie, di emozioni, di affetti, di voglia di giocare, studiare, sperimentare e vivere insieme agli altri la propria bellezza. Il Metodo KreaDanza ricerca una speciale qualità creativa della danza, sostenuta da una solida base tecnica, con particolare attenzione alla salute e all’integrità fisica. Si basa sulla fusione di diversi stili e, indagando sulla molteplicità dei linguaggi, ha come obiettivo la padronanza del corpo come mezzo espressivo. La pratica riequilibra l’energia, allena fisico e mente, stimola le capacità creative, sociali, comunicative e realizza il piacere di danzare la propria creatività, contribuendo a sviluppare una personalità autonoma e una solida fiducia in se stessi. Maddalena, infatti oltre ai numerosi corsi che tiene con la sua Associazione, nell’accogliente spazio del Teatro Comunale di Formello “J.P.Velly”, grazie alla Direzione del Teatro di Carmela Colaninno e di Federica Fiorillo, in collaborazione con KDS, organizza un “Laboratorio di Danza Kreativa”, tenuto da Lei e rivolto a bambini, ragazzi e adulti. È partito dal primo lunedì di ottobre 2014 e continua per tutti i lunedì dell’anno scolastico, con la possibilità di una lezione di prova gratuita. Per Informazioni: Teatro Comunale di Formello “J.P.Velly”, Via Regina Margherita, 6 Tel.: 06 9088337 www.teatroformello.it

 

 

 

 

 

 

KDS Dance Company

La scuola KreaDanza Studio è stata fondata nel 2006 da MADDALENA SCARDI che, dopo il diploma all’Accademia Nazionale di Danza, ha seguito in Germania un famoso maestro, JEAN CEBRON, ed è entrata alla Folkwang Houchschule di Essen. Conseguito il diploma in questa scuola, ha danzato con PINA BAUSCH ed altri importanti coreografi del Teatro-Danza.

Il Teatro-Danza ha le sue radici intorno ai primi anni del ‘900, nell’ambito della profonda rivoluzione culturale europea che ha coinvolto tutte le arti in quegli anni. È stato poi ripreso anche negli Stati Uniti e, negli anni ’70, con l’influenza delle arti orientali e della nuova danza americana, ha costituito un genere artistico basato sulla fusione dei linguaggi, come la danza, la musica, la recitazione e le arti visive, di cui PINA BAUSCH è stata la massima interprete.

Con l’esperienza maturata in Germania, MADDALENA SCARDI, nel 1997, fonda la Compagnia Travirovesce, con cui partecipa a Piattaforme internazionali della Danza Contemporanea. Nel 2006 crea uno spazio nella natura dove dedicarsi all’attività creativa e didattica per allievi di tutte le età, in cui si possano sperimentare le infinite possibilità del movimento come linguaggio fortemente comunicativo ed espressivo, facendo esperienza profonda di quanto la danza e il teatro possano regalare a livello fisico e psichico.

Il Metodo Kreadanza procede su due piani: lo studio della tecnica di vari stili di danza – classica, contemporanea, hip – hop – e la stimolazione continua della creatività. Lo spettacolo di ogni fine anno di Kreadanza è infatti un’esperienza collettiva profonda: gli allievi improvvisano e creano piccole composizioni che, insieme a pezzi coreografici, vengono assemblati con l’aiuto anche della parola e della musica, attraverso il laboratorio di Teatro Totale. La collaborazione con ANTONELLO RINALDI, sceneggiatore e regista teatrale, porta alla creazione di una struttura spettacolare in cui gli allievi si sentono veramente motivati nella loro partecipazione.

Dopo due anni di approfondimento sul razzismo, quest’anno Kreadanza sta lavorando sul tema del rispetto della natura, in particolare su una frase di EINSTEIN:

“Se le api si estinguessero, all’uomo non rimarrebbero che quattro anni di vita”.

Kreadanza, che ha sempre amato lo spazio del Teatro di Formello, ha trasformato l’opportunità dello spettacolo di oggi in una esperienza di ascolto ed improvvisazione per il suo gruppo KDS Dance Company. Dopo lo studio, le ricerche, attraverso letture, video, interviste ad esperti e la visione del film “Un mondo in pericolo”, l’obiettivo degli interpreti è quello di ricreare dentro di sé lo spirito che guida la vita delle api e il loro spiccato senso della comunità. Si è visto infatti, una danza astratta sull’idea del volo, di due allieve diplomate lo scorso anno, CRISTINA e ROXANA CRUCEANU, oggi guide per il laboratorio di hip – hop e, in seguito, una struttura di improvvisazione con inserti coreografici, su: il risveglio dal letargo, il momento della sciamatura, la nascita di una nuova regina e la conclusione di un ciclo stagionale. Hanno partecipato a questa esperienza due allievi di hip – hop e Teatro Totale che, lavorando sull’ascolto, creano un gioco di suoni dal vivo.

Lo spettacolo che ha visto coinvolti gran parte degli allievi di Kreadanza, dai più piccini ai più grandi, dei corsi di Gioco-Danza, di Danza Classica, Moderna e Hip – Hop, ha infine completato l’affresco giocoso e ironico sulla vita delle api: un ringraziamento alla natura e una riflessione sul fatto che le api non sono solo miele, ma una parte fondamentale della nostra vita, riscuotendo entusiasmo, emozione e calore del Pubblico formellese.    

 

 

 

 

UNA LEZIONE APERTA DI DANZA

UNA PORTA DEL TEATRO SEMPRE APERTA.

A CHIUNQUE AVESSE VOGLIA DI

CONOSCERE MEGLIO METODI E

DISCIPLINE BASTERà FERMARSI A GUARDARLO!

STEFANO TURIZZIANI è semplicemente così, un Performer giocoso con il “fuoco dentro” che brucia di comunicazione, di energia, di vitalità, di semplicità, di dolcezza, di magia e di poesia. È uno studente del DAMS dell’Università romana de “Roma 3”, proveniente da Frosinone, con ventiquattr’anni di esperienza e di passione per la Danza e per il Teatro. Il Suo apprendistato Lo ha sempre svolto presso scuole di danza e i villaggi turistici facendo la sua “gavetta” per ogni annata attraverso l’Animazione dove, ha imparato a destreggiarSi sul palco e quindi, sulla scena, cimentandoSi nell’arte dell’Improvvisazione, in quella della Recitazione, nella Clownerie e nella Giocoleria infine, in quella da Attore attraverso le svariate produzioni svolte con la Compagnia QUARTA PARETE (Lavori in corso …) diretta da CARMELA COLANINNO e da FEDERICA FIORILLO, effettuando spettacoli per bambini nei vari teatri e in ospedali romani e, in particolar modo da due anni, presso il Teatro Comunale di Formello (RM) “J.P.Velly”. STEFANO Ci ha omaggiato di un’Improvvisazione dal sapore casual, estivo, genuino, frizzante e fanciullesco, ritornando per pochi istanti, in quei quartieri americani, pieni di Ragazzi con la voglia di riscattarSi, di urlare al mondo intero la propria esistenza, stanchi delle solite imposizioni dettate dagli Adulti e dal Sistema socio-culturale dei Nostri Giorni ma anche, Ci ha donato la voglia di sperimentarSi in qualcosa come l’arte della Danza, narrandoci la sua virtù e immedesimandoCi in una “stagione” spumeggiante e fresca come quella in cui, i Ragazzi potevano anzi, se lo vogliono possono ancora e devono, sognare ed essere magari, esageratamente utopici e mistici, credendo e realizzando i propri sogni nella vita reale. STEFANO ha anche deliziato il Pubblico formellese, facendo ammirare Loro i graziosi bimbi e Artisti del LABORATORIO TEATRO DANZA “J.P.Velly” in una piccola esibizione: “La Danza dei Fiori” tratta da LO SCHIACCIANOCI (Cajakovsky – QUARTA PARETE (Lavori in corso …)). I Bimbi erano pieni di entusiasmo ed innocenza ma, con un gran voglia di sorridere e di cimentarSi nella grazia che solo la Danza sa esaudire. La professionalità di STEFANO si è avuta quando dagli occhi dei Bimbi, si è percepita la responsabilità di regalare al Pubblico un momento di infinita bontà e di pura fantasia creativa.

 

 

 

Federico Vitrano. Un fiore all’occhiello della Danza.

CENTRO DIMENSIONE DANZA.

L’Associazione Sportiva Dilettantistica Centro Dimensione Danza è ubicata nel Comune di Formello, località Le Rughe, a 30 Km. da Roma. La struttura di 300 mq, immersa nello splendido verde del Parco di Veio. E’ la scuola che ha scelto di raggiungere gli obiettivi prefissati non con la rigidità della scuola di danza ma, attraverso lo studio della personalità degli allievi, partendo dalla considerazione che ognuno di loro ha delle potenzialità uniche, che in modo diverso devono essere sviluppate.


Il fiore all’occhiello dell’organizzazione è il Saggio Spettacolo, che previsto ad anni alterni, riscuote sempre più successo di pubblico e di critica. Nell’anno in cui non si effettua tale spettacolo sono previsti esami con commissione esterna e relativo rilascio dell’attestato di frequenza, spettacoli itineranti (per gli allievi dei corsi superiori) e stages con insegnanti ospiti.


Gli ammirevoli e numerosi traguardi raggiunti, fanno del “Centro Dimensione Danza” un punto di riferimento per chi vuole affrontare professionalmente il meraviglioso modo della danza, dando ampio spazio anche a coloro che si avvicinano per il semplice desiderio di provare e divertirsi facendo comunque movimento.
La scuola partecipa, ottenendo ottimi risultati, a concorsi, spettacoli, rassegne Nazionali e Regionali, per dar modo agli allievi di fare “pratica di palcoscenico”.
Tutti i corsi sono tenuti da insegnanti altamente qualificati dal Ministero della Pubblica Istruzione e dall’ISEF, che con orario continuato sono a disposizione di grandi e piccini.

L’Associazione Sportiva Dilettantistica “Centro Dimensione Danza”, che opera nell’ambito della danza, offre oltre ai tradizionali corsi di danza classica, anche corsi di danza moderna, jazz e funky, offrendo garanzie di qualità nell’insegnamento a tutti coloro che amano questo genere di arte.                 
Oltre al programma di lezioni, periodicamente si propone agli allievi e a tutti quanti  si interessano di danza,  la partecipazione a Stages e corsi di aggiornamento. Questi diventano occasioni molto interessanti, in quanto per la loro realizzazione ci si rivolge a professionisti del mondo della danza del canto e della recitazione, cosicché in una dimensione più ampia anche gli allievi di altre scuole e palestre, si dà  un’opportunità di perfezionamento e di scambio.
Il programma tipo è vario e basato su una ricerca individuale, all’interno di un gruppo di lavoro che, attraverso il continuo confronto degli elementi tecnici, espressivi e creativi della danza e del corpo in movimento, possa costituire un percorso formativo e di crescita sia personale che tecnico. Nel corso degli  stages, oltre alla sperimentazione di una motricità efficace ed espressiva, vengono affrontate le seguenti tematiche: la presenza scenica, il rapporto con il pubblico, la composizione artistica. 
A fine stage viene  organizzato un prodotto spettacolare preparato da tutti i partecipanti in collaborazione con gli insegnanti e presentato in pubblico successivamente.
Tutto ciò propone certamente  momenti d’intrattenimento sicuramente di altissimo valore culturale.
Oltre al rilascio di un attestato di frequenza,  i partecipanti di maggior talento vengono segnalati alla direzione artistica e alle manifestazioni organizzate dall’Associazione “A.N.A.C.S.”  (Associazione Nazionale Arte Cultura e Spettacolo). Al fine  di dare risalto e offrire uno spazio espositivo ai partecipanti di maggior talento vengono assegnate borse di studio presso il “Centro Dimensione Danza” per il nuovo Anno Accademico.

 

 

 

 

 

 

 

FEDERICO VITRANO.

FEDERICO VITRANO cresce a Palermo dove, studia presso il Centro di Danza Classica Nancy. La sua formazione è stata costantemente integrata da lezioni  con diversi coreografi e maestri, quali :  Claude Wilmet, Alexander Stepkin, Stefan Banica, Maria Cumbari Balint e da numerosi stages con  Steve La Chance, Andrè De La Roche, Mauro Mosconi. Entra  far parte della Compagnia “Palermo Danza”  estendendo  le sue esperienze anche al Teatro,  partecipando ai Promozionali dell’ “E. A. Teatro Massimo” di Palermo, “Serata di Gala” af- fianco  dell’Etoile Vladimir Derevianco, “Premio Anna Magnani” e “Serata Colombo ‘92” presentati da Pippo Baudo. Ha partecipato come  ospite a due edizioni del “Trofeo Stefania Rotolo” trasmessi dalla Rai e presentati da Alberto Castagna e Maurizio Ippolito. Danza  nello Spettacolo Teatrale “Quarantena” con la drammaturgia di Andrea Camilleri. Primo classificato ai Campionati Nazionali di Ginnastica Aerobica “ENDAS”, primo classificato al Concorso Regionale di “Danza Moderna”, 3° Classificato al Concorso Nazionale “Agon Torino ‘96”. Ha conseguito una borsa di studio al “XXVIII Festival Internazionale Vignale Danza”.  Nel 1997 consegue il titolo di Professore “ISEF”. Sempre Attento all’evoluzione della didattica della danza, ha ampliato le sue conoscenze perfezionandosi e ricevendo gli attestati nelle scuole più prestigiose del mondo:  “Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera” di Roma, “Teatro alla Scala” di Milano e alla  “Royal Ballet School” di Londra per due anni consecutivi.
Nel 1998 trasferisce la sua attività di ballerino e coreografo a Roma dove studia allo “IALS”, all’“AID” (“Associazione Italiana Danzatori”) ed entra a far parte della Compagnia “Les Premieres” diretta da Marzia Recchia. Partecipa ai programmi televisivi  “Racconti di Vita” , “Ecco a Voi “, “Casa Telethon”, “Giocagin”. Al “Teatro dell’Opera” di Roma , in occasione del Giubileo, danza nel musical sacro “Nell’ultima ora”. Si è recato in America del Sud – Colombia – partecipando al “II° Congresso de Danza e Istituciones Professional” all’Universidad Santiago De Cali. Recentemente, ha partecipato come uditore all’“International Dance Meeting” organizzato dalla Broadway ricevendo l’attestato dal ballerino televisivo Kledi Kadiu. La forte amicizia maturata negli stages estivi a Tropea con Michèle Assaf lo conduce negli Stati Uniti, a New York, alla “Broadway Dance Center” dove partecipa al workshop & special classes con Samuels e Feliciano. A Fiuggi la “FID” (“Federazione Italiana Danza”) lo premia con il “David di Michelangelo 2007”, per la coreografia più originale, e nel Dicembre 2009 vince lo stesso premio classificandosi al secondo posto nella categoria “Danza Classica”. Festeggia “Dieci Anni di Attivita’” al “Teatro Olimpico” di Roma, e il “Consiglio Regionale del Lazio” lo premia con una targa, consegnata dall’On. Antonio Zanon. Vincitore del  Premio “Anita Bucchi” per l’eccellenza e l’attivita’ di formazione nell’arte della danza, viene premiato sul palcoscenico del “Teatro Nazionale” di Roma da Franco Miseria e Micha Van Hoecke, in una “Serata di Gala”  presentata da Rossella Brescia e Luciano Cannito. Partecipa con le sue allieve alla realizzazione dello spot pubblicitario di “Sky” per la fictionGlee”, nello spettacolare Flashmob alla Galleria “Alberto Sordi” di Roma.  Dal 1999 è Direttore Artistico del “Centro Dimensione Danza”. 

 

 

   Il Pubblico ha gradito moltissimo, dopo un breve excursus sulle origini e lo sviluppo di questa Scuola, le Performance dei Ballerini, grandi e piccini, che si sono destreggiati molto bene re-interpretando piccole pillole estratte da un’improvvisazione di “filatrici di cotone”, da “Coppelia”, da un’improvvisazione di Hip – Hop, da danzatrici di flamenco, illustrandoCi in tal modo, il metodo e le doti di ogni singolo ballerino e la grazia che vive in ognuno di essi.

In conclusione, Ogni Singolo Maestro ha di-mostrato con estrema umiltà la Sua Meritocrazia, il Suo Insegnamento costante e vitale, come il respiro, verso i propri Allievi ed infine, l’importanza ed il valore ultimo che possiede ogni singola arte in questo caso, la DANZA che, altro non è che, LEGGIADRIA e FLUIDITA’.

DI MECO FRANCESCA

MACARON.

DOMENICA 8 Marzo 2015 ORE 18:00

LEVIEDELFOOL

Macaron

Causa maltempo la Rivoluzione è stata posticipata a data da definire.
Seconda tappa dopo Requiem For Pinocchio, di una possibile Trilogia dell’Essere.
Siamo nella fase della R-Esistenza
3199 anni fa oppure oggi stesso. A Itaca o San Vito Lo Capo. 
Se fosse un personaggio sarebbe Odisseo. Se fosse un oggetto sarebbe un telefono rosa che squilla in una stanza vuota. Un’immagine buffa, così, come è buffo il fatto che quando siamo al telefono gesticoliamo, pur sapendo che l’altro non potrà vederci. Una volta chiusa la chiamata ci troviamo di nuovo a fare i conti con la vita vera; quella fatta dell’angoscia provocata da un ventilatore che gira, della giusta temperatura dello zucchero, del foglietto giallo attaccato al frigorifero in cucina: buoni propositi per il prossimo anno; oppure, sarà come raccontare l’Odissea camminando su una spiaggia senza il sottofondo musicale appropriato.

Il Pubblico formellese presso il Teatro Comunale “J.P.Velly” si è emozionato ed ha riflettuto moltissimo sulla condizione sociale ed emotiva dei 5 protagonisti che prendevano vita e vigore attraverso il Performer SIMONE PERINELLI, essi sono stati: Odisseo l’astuto, alla ricerca infinita della Sua Patria accompagnato dai suoi compagni di viaggio e in particolare da Wilson il Buono il quale, ricordava a momenti il Pinocchio di Requiem for Pinocchio, a volte il Venerdì de Robinson Crusoe, attraverso la mimica efficace di SIMONE, Wilson diventava anche un Attore in cerca del Sua Notorietà, attraverso il Suo invio di un Curriculum Vitae per la Celebrità, per il Lavoro ad un ufficio postale dove il più giovane ha mezzo secolo di vita e per quanto senile, assomiglia ad una scatola di pop – corn strappata e muffita ma, incatenato da una Società che invece di vivere la vita facendo giogo di equilibri mentali e fisici, sopravvive ai fatti quotidiani che gli accadono giorno dopo giorno, e non pensa ad un Cambiamento Radicale per avere un riscontro morale redditizio, e, solamente, osserva da suino qual è e passivo, come nel gioco del ping – pong, se stesso ed il mondo intorno i quali annoiati si lanciano la palla senza riuscire a far un match – point infine, l’unica che riesce a tirare le somme, si fa per dire, è l’Attrice toscana ingenua, svampita ed amica dell'”Ulisse Incatenato”, testo e metafora dell’Attore in cerca di Notorietà teatrale e amorevole, figlia della Speranza, dello Spot per l’Estathè, demenziale a mio parere, per il quale, Lei ha dovuto sostenere un Provino per essere presa e che il solo ProvarCi e Ri – VederciSi, le dà quell’energizzante in più per dire solo: “Io c’ero, dunque valgo”.

SIMONE ci ha regalato con il Suo Stile, la Poesia e la Magia ed il Saper Riflettere sul Vivere la Vita, propense al TEATRO, fatto con Impegno, con Costanza, con Umiltà, con Creatività, con Mimica, con Semplicità, con Vitalità e con Paternità.   

Di e Con SIMONE PERINELLI
Regia SIMONE PERINELLI
Aiuto Regia ISABELLA ROTOLO

Scene LEONARDO VACCA

 DI MECO FRANCESCA

APERITIVO TEATRO. Lezioni Aperte di Storia del Teatro.

 

aperitivo teatro

 

 

 GLI APERITIVI di TEATRO sono un’occasione magica e d’incontro per fare un viaggio avventuroso e senza tempo tra le pagine più affascinanti della Storia del Teatro. Il Pubblico sarà condotto alla scoperta dei meccanismi, dei pettegolezzi e delle emozioni di una storia ancora poco diffusa ma sicuramente presente in tutti i tempi. Immagini, proiezioni e note musicali stuzzicheranno la fantasia degli ascoltatori per saperne di più di quello spazio liminare sospeso tra realtà ed illusione.

 

 

 

Il Primo APERITIVO TEATRO svoltosi presso il Teatro Comunale “J.P.Velly” di Formello (RM) alle ore 11:45 del 01/03/2015 ha aperto le Sue Porte ad un’atmosfera frizzante e famigliare, tipiche di un “pranzo domenicale estivo in campagna” con la partecipazione di MASSIMO CINQUE, Autore Tv RAI il quale, ha presenziato tutti gli Interventi realizzati dai Partecipanti, raccontandoCi aneddoti divertenti.

L’Evento ha sorpreso e colpito TUTTI, contro ogni aspettativa negativa ha Incantato il Pubblico in Teatro che ha partecipato attivamente: LETIZIA CICCIANTELLI, Archeologa dell’Ass. Didarkè di Roma “ha suonato il Gong”, esponendo magicamente ed entusiasticamente le origini del TEATRO ANTICO, decrivendo il TEATRO come EDIFICIUM, tipico dell’Antica Grecia e della Roma Imperiale, citando come esempi straordinari di fascino e di bellezza e per la loro capacità fantastica di possedere un’acustica senza eguali, realizzati grazie alla loro postazione centrale tra la collina ed il mare: il “Teatro Antico” di Taormina e quello di “Marcello” in Roma, a Noi rimasto intatto ed attivo attualmente con stagioni teatrali liriche estive; narrandoCi le loro caratteristiche strutturali e soffermandoSi sulla descrizione del Panem et Circenses ossia, del ruolo di quelle Figure basilari tipiche degli Spettacoli Romani ed istituite dall’Imperatore Nerone, derivanti dal Teatro Antico Greco: i performer, i claque, termine quest’ultimo ripreso dai Francesi successivamente e divenuto claqueur, per definire quello Spettatore che ha il compito di applaudire gli Spettacoli che guarda con una particolare tempistica delle mani, in base all’esito della Performance e, infine, il potere culturale dei testi plautini e terenziani sulla Società che ne aveva il piacere di udirli dal vivo “hic et nunc”. Dulcis in fundo, l’Archeologa ha omaggiato la “Barcaccia” del Bernini sita in P.zza di Spagna a Roma, parlando della Sua Natura storico-culturale e, purtroppo da Lei ricordata perchè, il 19 febbraio 2015 è stata deturpata da una massa di tifosi olandesi in occasione della partita di calcio tra la squadra olandese e la A.S. ROMA per l’Europa League presso lo Stadio Olimpico sito in Roma.

 

 

 

In seguito, è stata la volta di CARMELA COLANINNO e di FEDERICA FIORILLO, le Direttrici del Teatro “Velly” le quali, Ci hanno regalato un Intervento sul TEATRO come RIVOLUZIONE: FEDERICA “ha puntato il Suo dito” descrivendoCi con precisione e per “voli pindarici” l’importanza ed il valore nella Storia del Teatro della parola TEATRO, del TEATRO come FENOMENO, come MOTORE DI RICERCA INTERIORE ED ESTERIORE dell’ESSERE UMANO, del TEATRO come COMUNICAZIONE, del TEATRO come RELIGIONE e, che la Religione stessa, è TEATRO in quanto RITO, RITUALE, LITURGIA dove, assistiamo ad un rapporto simbiotico tra Colui che Esprime e Colui che Ascolta. CARMELA traduceva invece, la Definizione di TEATRO e delle Sue Origini dettate da FEDERICA, in fluidi passi interpretati con armonia e magistralmente scritti dai Maestri che ce li hanno donati: il significato di estraniamento di Bertolt Brecht tratto da LA VITA DI GALILEO, la nascita e lo sviluppo della Commedia dell’Arte tratto da scritti di Dario Fo, il significante antropologico di extra-quotidiano secondo le parole di Eugenio Barba in LA CANOA DI CARTA da Lui composto. Infine, entrambe hanno ricordato Uno dei più Grandi Maestri italiani della Storia del Teatro e della Regia del Novecento recentemente scomparso che è LUCA RONCONI, omaggiandolo con la descrizione della magia dell’allestimento dell’ORLANDO FURIOSO realizzato nel 1969 all’interno di una Chiesa sconsacrata, ritenuta dai più, Opera Prima ed Unica per la Sua Spettacolarità, per le Macchine teatrali utilizzate, per le Coreografie applicate su di essa e per l’Eccellente Bravura dei Performer

 

 

 

Poi, “a colpi di tacco” MADDALENA SCARDI ballerina, ex-allieva di PINA BAUSCH, insegnante dell’Ass. Kreadanza in Roma ha donato al Pubblico formellese, uno splendido Intervento su PINA attraverso frammenti tratti da un documentario omonimo che narrava la Storia e le Origini della Rivoluzione che la BAUSCH ha effettuato nella Danza del Novecento fino ai Nostri Giorni cambiando radicalmente il modo, togliendo definitivamente il “manierismo”, la formalità, la “danza sulle punte”, la leggerezza, la fluidità tipiche della danza fino ad allora, trasformandola in “danza reale”, “in concretezza”, “in legame con la terra”, “in arte performativa”, “in stato d’animo”, “in emozione vera”, a volte “spigolosa” ma, urlante un’identità esistente e sempre esistita, a volte legata a spazi del proprio ego a contatto con la propria pelle, con la natura circostante.  

 

 

 

Ultimo Intervento di natura Semplice e Dolce, è stato quello di SILVIA ZANINI, Archivista della Biblioteca Comunale di “Palazzo Chigi” sito in Formello (RM) la quale, ha parlato del rapporto tra LETTERATURA E TEATRO, descrivendo l’importanza della “Buona Lettura” di Classici teatrali che sono alla pari di Romanzi letterari perchè senza tempo e, pubblicizzando la donazione fatta da G. BONAUGURA del Fondo letterario “G. Belli”, Ci ha raccontato un piccolo aneddoto a riguardo: Lei insieme al M° si è divertita a recitare dei piccoli frammenti poetici del Belli mentre effettuava il trasloco del materiale letterario per la Biblioteca, dichiarandoCi con questo piccolo Suo esempio: l’importanza del Libro e del suo valore inestimabile ed inesauribile per la Società.

 

 

 

DI MECO FRANCESCA

 

 

 

 

 

 

IL CIRCO.

 Come festeggiare il CARNEVALE 2015 nel migliore dei modi? E’ semplicissimo ed adatto a tutte le età!!!

Data: 15 febbraio 2015

Ore: 16:30

Luogo: Teatro Comunale “J.P.Velly” di Formello (RM)

IL CIRCO

REGIA DI STEFANO TURRIZZIANI

COMPAGNIA QUARTA PARETE (Lavori in corso …) 

Una carrellata di Personaggi stravaganti e surreali si sono apprestati ad avanzare “a grandi passi” con il loro “carrozzone” capeggiato dal florido e splendido Capo-Circense? … Artista di strada? … Attore? … Danzatore? … Giocoliere? … Regista? … Truccatore? … Fonico? … Scenografo? … Disegnatore Luci? … Costumista? … Black Light? … Improvvisatore? … Animatore per Bambini? … Intrattenitore per Adulti?… Presentatore per TUTTI? … ma, no!!! E’ il PERFORMER STEFANO TURRIZZIANI!!!  

STEFANO che ha curato anche la Regia di questo Spettacolo ha ideato dolcemente la magia del Circo, con il Suo ventaglio di colori e con le Sue sfumature più variopinte, modellandoLa ora, a tinte chiare ora, a tinte scure. 

EGLI ha irrotto il Palco, frazionando la Scena in quadri dai ritmi giocosi ed irriverenti: per prima cosa, il Sipario si è aperto con un Capo-Circense dall’abito rosso fuoco che ha diretto egregiamente le redini della Sua “giostra cavalleresca” piena di candore e di spontaneità ed ha presentato la Sua Performance.

Subito dopo, la SIGLA: eco lontana di quei migliori anni ’80 e ’90 della Nostra Disco-Music con CRISTINA D’AVENA.

Così, lo Spettacolo si è lanciato a capofitto nel realizzare il CIRCO, anche se, ad un tratto, è apparso in scena, un “uomo” nero, sembrava uno scarafaggio con applicate delle luci verdi ad intermittenza e, esponeva, come se fosse un declamatore, la definizione etimologica della parola CIRCO al Pubblico ma, veniva sempre disturbato da una Clown dispettosa, che gironzolando intorno a Lui, Lo trasformava ora, in un “semaforo”, ora, in un “albero di natale”, ora, in un “automa”, ora, in una “creatura interstellare”, ora, in una “voce registrata”, ora, in un “freeze“, facendo sconfinare la fantasia degli Spettatori a pensarLo nei più svariati Personaggi esistenti al mondo.      

Successivamente, un artista di strada con la Sua valigia piena di sogni e di purezza, ha riportato il Pubblico in Teatro in una manciata di secondi, realizzando giocoleria con dei soli birilli, con dei soli cappelli, con dei soli cerchi, con una semplice scopa sospesa nell’etere, aiutandoCi a provare delle emozioni senza corpo, senza età, senza viso, senza pancia, senza mente, senza nome, senza occhi ma, piene di vita, di favola e di poter divertire senza limiti chi guarda, avendo pochi oggetti fra le mani, coinvolgendo il Nostro immaginario, a sorridere contagiosamente e a ridere virtuosamente un po’ delle Nostre burla, che realizziamo nel nostro quotidiano.

Una sola parola: BLACK LIGHT:

Cosa ci fa pensare? Semplice Luce Nera!!!

Assolutamente no!!!

E’ ben altra cosa!!!

Si tratta di TEATRO NEGRO: è una tipologia di teatro che si realizza attraverso l’uso di quinte nere che fungono da fondale o da base per il palco e dall’utilizzo giusto di luci a LED e WOOD che richiedono la maestria e la leggerezza fluida degli attori e dei loro oggetti scenici, a tal proposito, STEFANO con i Suoi ATTORI ha saputo ricreare il gioco del tennis, del ping-pong, della pallavolo sotto le note del gioco NINTENDO SUPERMARIOBROS. Non solo, ma, anche una sequenza di personaggi al limite dell’immaginazione: una graziosa geisha che cammina sospesa su un filo, un clown alle prese con le Sue acrobazie, due calciatori che palleggiano una palla.

Lo Spettacolo prosegue con l’ingresso di una vecchina circense Katiuscha di origine russa, che ha intrattenuto e ballato sotto le note di BAILANDO di ENRIQUE IGLESIAS, spogliandosi pian piano del suo abito e rivelandosi un’ottima e giovane cantante, danzatrice ed intrattenitrice, entusiasmando il Pubblico adulto, giocando con il Capo-Circense in scena splendidamente e coinvolgendo anche i Piccini. 

Dulcis in fundo, si è effettuata anche quest’anno per il CARNEVALE 2015 in Teatro con grande gioia ed con spasmodico entusiasmo, la Premiazione della Maschera più bella e i 3 Bimbi fortunati da parte Loro, hanno vinto: il 3°, un biglietto omaggio per la Stagione BIMBI 2014/2015 del Teatro “Velly”; il 2°, due biglietti omaggio per la Stagione BIMBI 2014/2015 del Teatro “Velly”, infine, il 1°, un abbonamento per la Stagione teatrale 2015/2016 del Teatro “Velly”.    

DI MECO FRANCESCA 

 

 

IL MATRIMONIO PUO’ ATTENDERE.

DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015 ORE: 18:00

In una notte di luna piena un’automobile percorre una strada di campagna. Un momento di distrazione, una curva pericolosa, uno schianto squarcia il silenzio. La donna al volante e l’uomo seduto accanto a lei sembrano non avere speranze…

Se in The rocky horror picture show a SUSAN SARANDON e BERRY BOSTWICK la rottura dell’auto in una strada in mezzo alla foresta fu l’occasione per conoscere lo “sweet trasvenstite” Frnk’n-Further e i piaceri della carne, per gli amici DIEGO e FULVIA è l’opportunità per fare il punto della rispettiva situazione sentimentale.
Single entrambi in quell’età che va dai trenta ai quaranta in cui si può cominciare a “tirare le fila” riguardo tanti aspetti della propria vita, i piccoli battibecchi che vanno creandosi tra loro mentre attendono i soccorsi diventano emblemi della nota incomunicabilità di fondo tra i due sessi. Condizione che non per questo attenua il desiderio di cercare sempre e comunque un’altra metà, nonostante i tanti momenti di difficoltà prima di trovare un giusto equilibrio.
Con una scenografia costituita dal solo muso di una Mini Rover ammaccata immersa tra le frasche, DIEGO RUIZ e FULVIA LORENZETTI danno così vita ad una commedia sulla coppia e su quegli equivoci che spesso fan sembrare uomo e donna due pianeti diversi. 

Il Pubblico del Teatro Comunale “J. P. Velly” formellese è rimasto entusiasta e ne ha colto perfettamente la relazione tipica dell’Ottimo TEATRO: il qui ed ora che si deve creare tra Attore e tra Spettatore, applaudendo e dialogando con gli Attori in scena, realizzando delle gag con tempi comici formidabili e spettacolari, andando avanti così “a braccio” per tutta la durata della Performance.

FULVIA LORENZETTI è stata sicuramente una bravissima e simpaticissima Attrice comica che ha saputo “far da spalla” a DIEGO, interagendo con Lui in maniera stupefacente infatti, nonostante lo Spettacolo avesse un’origine di dieci anni, realizzato da RUIZ e dall’eccellente Performer FRANCESCA NUNZI, la LORENZETTI l’ha saputa sostituire in scena, imparando il Suo Personaggio, nel giro di poco tempo, in modo incantevole, sapendo improvvisare e regalando al Pubblico pure risate.

DI MECO FRANCESCA